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dai GIORNALI di

oggi

APPELLO del PAPA

Rivolto ai Giovani in difesa dell'Ambiente

 

2009 dal 5 al 12 Aprile

8a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra

Italiano-Latino Italiano-Inglese

 

 

Più sotto trovate le recensione dai Giornali ed il Ns. Commento.

LE PAROLE DEL PAPA

ALLA RECITA DELL’ANGELUS , 06.07.2008 ,

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2008-05-06

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PRIME PAROLE SU QUESTIONE ABORIGENA E AMBIENTE

In mezzo milione a Sydney

Il Papa: "Difendete il Creato"

"Erosione, deforestazione, sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo"

SYDNEY - Papa è arrivato a Barangaroo, accolto da 140mila giovani nella sola area della baia. Secondo i dati diffusi dall’organizzazione, in tutta la città di Sydney sono 500mila i papaboys per la festa di accoglienza del Pontefice, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Dopo essere sceso dalla grande imbarcazione che lo ho condotto da Rose Bay in un tour delle baie di Sydney, Benedetto XVI è salito sulla papamobile che ha attraversato, tra due ali di folla, tutta la banchina. Secondo l’organizzazione l’area può contenere 143mila persone, ma molti pellegrini sono dislocati in tutta la città e in tutto si stimano circa 500mila papaboys.

L'ACCOGLIENZA - Appena sceso dalla papamobile, Ratzinger è stato salutato da una guardia d’onore di un gruppo di 43 aborigeni. Il rito richiama una simbologia secondo la quale gli aborigeni sono i custodi della zona, accolgono l’ospite e lo consegnano ai giovani. Accompagnato da 500 persone, tra cui dieci aborigeni, 20 australiani, 12 giovani pellegrini, 32 fedeli dall'Oceania, 168 da altre nazioni e 60 tra vescovi e cardinali il Papa - in piedi a prua mentre il vento gli sollevava la mantellina e gli ha fatto anche volare lo zuccotto - ha attraversato in battello la baia di Sydney, per spostarsi dalla Rose Bay, dove lo avevano accolto i capi aborigeni. La nave papale era seguita da 12 piccoli battelli con a bordo 1900 giovani. La festa comincia con il saluto al Papa dell'arcivescovo di Sydney George Pell, del presidente della Conferenza episcopale australiana, mons. Philip Wilson e del presidente del Pontificio consiglio per i laici card. Stanislaw Rylko. I ragazzi sventolano le loro bandiere e gridano "Benedetto, Benedetto". La cerimonia proseguirà con la lettura di un brano biblico e le invocazioni allo Spirito Santo, in inglese, russo, tailandese, tedesco e spagnolo. Alla fine il Papa ha pronunciato un discorso, il suo primo ai ragazzi che ha convocato in Australia per la XXIII Giornata mondiale della gioventù.

AMBIENTE - "Erosione, deforestazione, sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo" feriscono la terra e a volte la trasformano in una "minaccia" per l'uomo. È la denuncia del Papa davanti ai ragazzi. "Vi sono anche delle ferite - ha detto il Papa - che segnano la superficie della terra: l'erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo. Alcuni di voi - ha osservato davanti ai ragazzi provenienti dai cinque continenti - giungono da isole-Stato, la cui esistenza stessa è minacciata dall'aumento dei livelli delle acque; altri da Nazioni che soffrono gli effetti di siccità devastanti. La meravigliosa creazione di Dio viene talvolta sperimentata come una realtà quasi ostile per i suoi custodi, persino come qualcosa di pericoloso". "Come può - si è chiesto papa Ratzinger - ciò che è buono apparire così minaccioso?".

GREMBO MATERNO - Come spiegarsi, chiede il Papa, "la violenza domestica" contro madri e bambini? "Come può essere che lo spazio umano più bello e più sacro, il grembo materno, sia diventato luogo di violenza indicibile?" "Senza una profonda riflessione sull'innata dignità di ogni vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, una dignità conferita da Dio stesso e perciò inviolabile", dice il Papa, non si comprendono le preoccupazioni per non violenza, sviluppo sostenibile, giustizia e pace, cura ambiente".

TV E WEB - "L'abuso di alcool e droghe, l'esaltazione della violenza e il degrado sessuale, presentati spesso dalla televisione e da internet come divertimento" sono tra le più evidenti "cicatrici" dell'ambiente sociale. Lo afferma il Papa che dopo aver denunciato il degrado dell'ambiente naturale parla della degenerazione di quello "sociale". "Mi domando - spiega rivolto ai ragazzi della Gmg riuniti a Barangaroo - come potrebbe uno che fosse posto faccia a faccia con persone che soffrono realmente violenza e sfruttamento sessuale spiegare che queste tragedie, riprodotte in forma virtuale sono da considerare semplicemente come

 

17 luglio 2008

REPUBBLICA

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Primo appuntamento di massa con i giovani cattolici

in occasione della XXIII Giornata mondiale della gioventù

Benedetto XVI incontra i papaboys

"Rispettare vita e dignità dell'uomo"

Bagno di folla per le vie di Sydney dove si stima che siano

circa 500mila i ragazzi provenienti dai cinque continenti

Benedetto XVI incontra i papaboys "Rispettare vita e dignità dell'uomo"

L'arrivo di papa Ratzinger a Barangaroo

SYDNEY - Una calorosa accoglienza è stata riservata questa mattina a Benedetto XVI per le strade di Sydney. Una grande folla infatti ha accompagnato e salutato il Pontefice nei suoi spostamenti in città che hanno preceduto il primo appuntamento di massa con i giovani cattolici in occasione della XXIII Giornata mondiale della gioventù.

"L'uomo conta più dell'ambiente". Il primo discorso di Benedetto XVI ai ragazzi convocati in Australia è iniziato mettendo in evidenza il rischio di assolutizzare l'impegno in difesa della natura perdendo di vista che quello che conta di più: la vita e la dignità dell'uomo, posto da dio come "vertice del creato". Per papa Ratzinger, in effetti, "le ferite che segnano la superficie della terra: l'erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo" non devono farci perdere di vista che "non solo l'ambiente naturale, ma anche quello sociale, ha le sue cicatrici; ferite che stanno a indicare che qualcosa non è a posto. Anche qui possiamo incontrare un veleno che minaccia di corrodere ciò che è buono e distorcere lo scopo per il quale siamo stati creati".

"Violenza come divertimento in tv e su internet". "Gli esempi abbondano, come voi ben sapete" ha proseguito il Pontefice. "Fra i più in evidenza vi sono l'abuso di alcool e di droghe, l'esaltazione della violenza e il degrado sessuale, presentati spesso dalla televisione e da internet come divertimento".

"Grembo materno luogo di violenza indicibile". Dobbiamo chiederci, ha proseguito, "quale posto hanno nelle nostre società i poveri, i vecchi, gli immigranti, i privi di voce. Come può essere che la violenza domestica tormenti tante madri e bambini? Come può essere che lo spazio umano più mirabile e sacro, il grembo materno, sia diventato luogo di violenza indicibile?". "Senza una profonda riflessione sull'innata dignità di ogni vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale", ha detto Benedetto XVI, "non si comprendono le preoccupazioni per non violenza, sviluppo sostenibile, giustizia e pace, cura ambiente". "Il nostro cuore e la nostra mente - ha concluso - anelano a una visione della vita dove regni l'amore e dove l'identità sia trovata in una comunione rispettosa. Sia questo il messaggio che voi portate da Sydney al mondo".

"C'è chi vorrebbe lasciare dio in panchina". "Vi sono molti, oggi, che pretendono che Dio debba essere lasciato in panchina e che la religione e la fede, per quanto accettabili sul piano individuale, debbano essere o escluse dalla vita pubblica o utilizzate solo per perseguire limitati scopi pragmatici". Secondo papa Ratzinger, "questa visione secolarizzata tenta di spiegare la vita umana e di plasmare la società con nessun riferimento al creatore", anche se "si presenta come una forza neutrale, imparziale e rispettosa di ciascuno, in realtà, come ogni ideologia, impone una visione globale". "Se dio è irrilevante nella vita pubblica - ha osservato il Pontefice - allora la società potrà essere plasmata secondo un'immagine priva di dio, e il dibattito e la politica riguardanti il bene comune saranno condotti più alla luce delle conseguenze che dei principi radicati nella verità". "Quando Dio viene eclissato, la nostra capacità di riconoscere l'ordine naturale, lo scopo e il bene comincia a svanire. Ciò che ostentatamente è stato promosso come umana ingegnosità si è ben presto manifestato come follia, avidità e sfruttamento egoistico".

"Avevo paura del viaggio in aereo". Benedetto XVI parlando ai ragazzi ha confessato di aver avuto timore di partire alla volta dell'Australia per un viaggio così "logorante". "Ad alcuni di noi - ha detto - può sembrare di essere giunti alla fine del mondo. E se per le persone della vostra età ogni viaggio è comunque una prospettiva eccitante, per me questo volo è stato in qualche misura causa di apprensione". Il coraggio di papa Ratzinger è stato però premiato dalle riflessioni che ha potuto fare nelle oltre 20 ore di volo. "La vista del nostro pianeta dall'alto - ha ammesso - è stata davvero magnifica: il luccichio del Mediterraneo, la magnificenza del deserto nordafricano, la lussureggiante foresta dell'Asia, la vastità dell'Oceano Pacifico, tutto ciò suscita un profondo senso di reverente timore".

La danza degli aborigeni. Dopo il dovere di protocollo delle visite ufficiali al governatore generale e al premier, Benedetto XVI ha voluto incontrare per primi gli aborigeni. Proprio i rappresentanti delle popolazioni native dell'Oceania lo hanno infatti accolto nel pomeriggio (quando in Italia erano le 7 del mattino) alla Rose Bay con "una danza specifica per il Papa". Dal molo papa Ratzinger si è imbarcato su un battello insieme ai giovani provenienti dai cinque continenti con le bandiere della Gmg, scortato da una flottiglia di piccole imbarcazioni di ragazzi fino al molo di Barangaroo dove una guardia d'onore di 43 anziani aborigeni, "custodi della regione", ha preso idealmente in consegna il Papa per poi donarlo ai 150mila ragazzi presenti. Secondo l'organizzazione l'area può contenere 143mila persone, ma i pellegrini sono dislocati in tutta la città e in tutto si stimano circa 500mila papaboys.

Sydney, l'intera città partecipa all'evento. "La numerosa presenza di persone lungo le strade di Sydney al passaggio del Papa - ha sottolineato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - è un segno di accoglienza e testimonia una cordialità molto grande". "Sydney non aveva mai visto nulla di simile: né per una partita di calcio, né per una finale olimpica e né la precedente visita di un capo religioso aveva mai attirato tanta gente", ha affermato un quotidiano locale. In effetti, l'intera città sembra partecipare al grande appuntamento del Papa con i giovani di tutto il mondo e non appare affatto "distaccata" mentre migliaia di giovani si muovono a sciami nelle sue vie, con le loro bandiere nazionali.

(17 luglio 2008)

L'UNITA'

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Nulla

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BOLLETTINO SALA STAMPA VATICANA

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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A SYDNEY (AUSTRALIA) IN OCCASIONE DELLA XXIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (12 - 21 LUGLIO 2008) (IV) , 17.07.2008

DISCORSO DEL SANTO PADRE

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Questa mattina, dopo aver celebrato la Santa Messa in privato nella cappella della Cathedral House, il Santo Padre Benedetto XVI si reca alla Government House di Sydney ove ha luogo la Cerimonia di benvenuto.

Al Suo arrivo alle ore 9.00 (01.00, ora italiana), il Papa è accolto nel parco della residenza dal Governatore Generale dell’Australia, Gen. Michael Jeffery e dal Primo Ministro, Sig. Kevin Rudd. Sono presenti, tra gli altri, il Presidente della Conferenza Episcopale Australiana (ACBC), S.E. Mons. Philip Edward Wilson, Arcivescovo di Adelaide; l’Arcivescovo di Sydney, Em.mo Card. George Pell; il Vescovo Coordinatore della GMG, S.E. Mons. Anthony Fisher; i Vescovi Ausiliari di Sydney ed alcuni Vescovi australiani.

Dopo la presentazione, da parte del Governatore Generale, dei Civic Leaders del New South Wales e di Sydney e il saluto del Primo Ministro, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Your Excellencies,

Dear Australian Friends,

It is with great joy that I greet you today. I would like to thank the Governor-General, Major-General Michael Jeffery and Prime Minister Rudd for honouring me by their presence at this ceremony and for welcoming me so graciously. As you know, I have been able to enjoy some quiet days since my arrival in Australia last Sunday. I am most grateful for the hospitality that has been extended to me. Now I look forward to this evening’s "Welcome to Country" by the indigenous people and to celebrating the great events which form the purpose of my Apostolic Visit: the Twenty-Third World Youth Day.

Some might ask what motivates thousands of young people to undertake what is for many a long and demanding journey in order to participate in an event of this kind. Ever since the first World Youth Day in 1986, it has been evident that vast numbers of young people appreciate the opportunity to come together to deepen their faith in Christ and to share with one another a joyful experience of communion in his Church. They long to hear the word of God, and to learn more about their Christian faith. They are eager to take part in an event which brings into focus the high ideals that inspire them, and they return home filled with hope and renewed in their resolve to contribute to the building of a better world. For me it is a joy to be with them, to pray with them and to celebrate the Eucharist with them. World Youth Day fills me with confidence for the future of the Church and the future of our world.

It seems particularly appropriate to celebrate World Youth Day here, since the Church in Australia, as well as being the youngest of any continent, is also one of the most cosmopolitan. Since the first European settlement here in the late eighteenth century, this country has become a home not only to generations of Europeans, but to people from every corner of the globe. The immense diversity of the Australian population today gives a particular vibrancy to what may still be considered, in comparison with much of the rest of the world, a young nation. Yet for thousands of years before the arrival of Western settlers, the sole inhabitants of the land were indigenous peoples, the Aborigines and Torres Strait Islanders. Their ancient heritage forms an essential part of the cultural landscape of modern Australia. Thanks to the Australian Government’s courageous decision to acknowledge the injustices committed against the indigenous peoples in the past, concrete steps are now being taken to achieve reconciliation based on mutual respect. Rightly, you are seeking to close the gap between indigenous and non-indigenous Australians regarding life expectancy, educational achievement and economic opportunity! This example of reconciliation offers hope to peoples all over the world who long to see their rights affirmed and their contribution to society acknowledged and promoted.

The settlers who came here from Europe have always included a significant proportion of Catholics, and we may be justly proud of the contribution they have made to the building up of the nation, particularly in the fields of education and healthcare. One of the most outstanding figures in this country’s history is Blessed Mary MacKillop, at whose tomb I shall pray later this morning. I know that her perseverance in the face of adversity, her plea for justice on behalf of those unfairly treated and her practical example of holiness have become a source of inspiration for all Australians. Generations have reason to be grateful to her and to the Sisters of Saint Joseph of the Sacred Heart and other religious congregations for the network of schools that they established here and for the witness of their consecrated life. In today’s more secular environment, the Catholic community continues to make an important contribution to national life, not only through education and healthcare, but especially by highlighting the spiritual dimension of the questions that feature prominently in contemporary debate.

With many thousands of young people visiting Australia at this time, it is appropriate to reflect upon the kind of world we are handing on to future generations. In the words of your national anthem, this land "abounds in nature’s gifts, of beauty rich and rare". The wonder of God’s creation reminds us of the need to protect the environment and to exercise responsible stewardship of the goods of the earth. In this connection I note that Australia is making a serious commitment to address its responsibility to care for the natural environment. Likewise with regard to the human environment, this country has generously supported international peace-keeping operations, contributing to conflict resolution in the Pacific, in South-East Asia and elsewhere. Owing to the many religious traditions represented in Australia, this is particularly fertile ground for ecumenical and interreligious dialogue. I look forward to meeting local representatives of different Christian communities and other religions during my stay, so as to encourage this important work, a sign of the reconciling action of the Spirit who impels us to seek unity in truth and charity.

First and foremost, though, I am here to meet the young, from Australia and from all over the world, and to pray for a renewed outpouring of the Holy Spirit upon all those taking part in our celebrations. The theme chosen for World Youth Day 2008 is taken from words spoken by Jesus himself to his disciples, as recorded in the Acts of the Apostles: "You shall receive power when the Holy Spirit has come upon you, and you shall be my witnesses to the ends of the earth" (1:9). I pray that the Holy Spirit will bring spiritual renewal to this land, to the Australian people, to the Church throughout Oceania and indeed to the ends of the earth. Young people today face a bewildering variety of life-choices, so that they sometimes find it hard to know how best to channel their idealism and their energy. It is the Spirit who gives the wisdom to discern the right path and the courage to follow it. He crowns our poor efforts with his divine gifts, just as the wind filling the sails sweeps the ship forward, far surpassing what the oarsmen can achieve through their laborious rowing. In this way, the Spirit enables men and women in every land and in every generation to become saints. Through the Spirit’s action, may the young people gathered here for World Youth Day have the courage to become saints! This is what the world needs more than anything else.

Dear Australian friends, once again I thank you for your generous welcome and I look forward to spending these days with you and with the young people of the world. May God bless all who are present, all the pilgrims and all who live in this land. And may he always bless and protect the Commonwealth of Australia.

[01109-02.02] [Original text: English]

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Illustri Signori e Signore,

Cari amici Australiani,

è con grande gioia che oggi vi saluto: desidero ringraziare il Governatore Generale, il Generale Maggiore Michael Jeffery, e il Primo Ministro Rudd per l’onore che mi fanno con la loro presenza a questa cerimonia e per il benvenuto che mi hanno rivolto in modo così cortese. Come sapete, ho potuto disporre di qualche giorno di quiete dal momento del mio arrivo in Australia domenica scorsa. Sono veramente molto grato per l’ospitalità che mi è stata offerta. Sono ora in attesa di poter partecipare questa sera al "Benvenuto nel Paese" da parte della popolazione indigena e di celebrare poi i grandi eventi che costituiscono lo scopo della mia Visita Apostolica in questa Nazione: la 23Ş Giornata Mondiale della Gioventù.

Qualcuno potrebbe chiedersi che cosa spinga migliaia di giovani a intraprendere un viaggio che per molti di loro è lungo e faticoso, al fine di poter partecipare ad un evento di questo tipo. Sin dalla prima Giornata Mondiale della Gioventù, nel 1986, è stato evidente che un gran numero di giovani apprezza l’opportunità di ritrovarsi insieme per approfondire la propria fede in Cristo e condividere l’un l’altro un’esperienza gioiosa di comunione nella sua Chiesa. Essi anelano di ascoltare la parola di Dio e di imparare di più sulla loro fede cristiana. Sono desiderosi di prendere parte ad un evento che pone in evidenza i grandi ideali che li ispirano, e tornano alle loro case colmi di speranza, rinnovati nella decisione di costruire un mondo migliore. Per me è una gioia essere con loro, pregare con loro e celebrare l’Eucaristia insieme con loro. La Giornata Mondiale della Gioventù mi riempie di fiducia per il futuro della Chiesa e per il futuro del nostro mondo.

Appare particolarmente opportuno celebrare qui la Giornata Mondiale della Gioventù, dato che la Chiesa in Australia, oltre ad essere la più giovane tra le Chiese dei vari Continenti, è anche una delle più cosmopolite. Fin dal primo insediamento europeo qui sul finire del XVIII secolo, questo Paese è divenuto la dimora non solo di generazioni di emigranti dall’Europa, ma anche di persone di ogni parte del mondo. L’immensa diversità della popolazione australiana di oggi conferisce un vigore particolare a quella che potrebbe essere ancora considerata, a confronto con la maggior parte del resto del mondo, una Nazione giovane. Già per migliaia di anni prima dell’arrivo dei coloni occidentali, tuttavia, i soli abitanti di questo suolo erano persone originarie del Paese, aborigeni e isolani dello Stretto di Torres. Il loro antico retaggio forma parte essenziale del panorama culturale dell’Australia moderna. Grazie alla coraggiosa decisione del Governo australiano di riconoscere le ingiustizie commesse nel passato nei confronti dei popoli indigeni, si stanno ora facendo passi concreti al fine di raggiungere una riconciliazione basata sul rispetto reciproco. Giustamente voi state cercando di colmare il divario fra Australiani indigeni e non indigeni circa le aspettative di vita, i traguardi educativi e le opportunità economiche. Questo esempio di riconciliazione offre speranza in tutto il mondo a quei popoli che anelano di vedere affermati i loro diritti e riconosciuto e promosso il loro contributo alla società.

I coloni che giungevano qui dall’Europa comprendevano sempre una proporzione significativa di cattolici, e dovremmo essere giustamente fieri del contributo da loro offerto alla costruzione della Nazione, particolarmente nei campi dell’educazione e della sanità. Una delle figure eminenti della storia di questo Paese è la Beata Mary MacKillop, sulla cui tomba pregherò più tardi oggi stesso. So che la sua perseveranza di fronte alle avversità, i suoi interventi a difesa di quanti erano trattati ingiustamente e l’esempio concreto di santità sono divenuti sorgente di ispirazione per tutti gli Australiani. Generazioni di Australiani hanno motivo di essere grati a lei, alle Suore di san Giuseppe del Sacro Cuore e ad altre Congregazioni religiose per la rete di scuole che qui hanno fondato, come pure per la testimonianza della loro vita consacrata. Nell’odierno contesto più secolarizzato, la comunità cattolica continua ad offrire un contributo importante alla vita nazionale, non soltanto attraverso l’educazione e la sanità, ma specialmente indicando la dimensione spirituale delle questioni che sono maggiormente in evidenza nel dibattito contemporaneo.

Date le molte migliaia di giovani che visitano l’Australia in questi giorni, è doveroso riflettere su quale tipo di mondo noi stiamo consegnando alle future generazioni. Secondo le parole del vostro inno nazionale, questa terra "abbonda nei doni della natura, di una bellezza ricca e rara". Le meraviglie della creazione di Dio ci ricordano la necessità di proteggere l’ambiente ed esercitare un’amministrazione responsabile dei beni della terra. A questo riguardo, noto che l’Australia si sta seriamente impegnando per affrontare la propria responsabilità nel prendersi cura dell’ambiente naturale. Alla stessa maniera, nei confronti dell’ambiente umano, questo Paese ha sostenuto generosamente operazioni internazionali per il mantenimento della pace, contribuendo alla risoluzione di conflitti nel Pacifico, nel Sud-Est Asiatico e altrove. A motivo delle molte tradizioni religiose rappresentate in Australia, questo è un terreno particolarmente fertile per il dialogo ecumenico e interreligioso. Attendo con piacere di incontrare i rappresentanti locali delle diverse comunità cristiane e delle altre religioni durante la mia permanenza, per incoraggiare quest’impegno importante, segno dell’azione riconciliatrice dello Spirito, che ci sospinge a ricercare l’unità nella verità e nella carità.

Ma prima di ogni altra cosa, tuttavia, sono qui per incontrare i giovani, sia dell’Australia che di ogni parte del mondo, e per pregare per una rinnovata effusione dello Spirito Santo su quanti prenderanno parte alle nostre celebrazioni. Il tema scelto per la Giornata Mondiale della Gioventù 2008 è preso dalle parole rivolte dallo stesso Gesù ai suoi discepoli, come sono state registrate negli Atti degli Apostoli: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni… fino agli estremi confini della terra" (1,8). Prego perché lo Spirito Santo rechi un rinnovamento spirituale a questo Paese, al popolo australiano, alla Chiesa in Oceania e in verità fino all’estremità della terra. I giovani oggi sono di fronte ad una sconcertante varietà di scelte di vita, così che per essi talvolta è arduo sapere come meglio orientare il loro idealismo e la loro energia. È lo Spirito che dona la saggezza per discernere il cammino giusto ed il coraggio per percorrerlo. Egli corona i nostri poveri sforzi con i suoi doni divini, come il vento, riempiendo le vele, spinge la nave in avanti, superando di molto ciò che i vogatori possano ottenere mediante il loro faticoso remare. Così, lo Spirito rende possibile a uomini e donne di ogni terra e di ogni generazione di diventare santi. Mediante l’azione dello Spirito possano i giovani riuniti qui per la Giornata Mondiale della Gioventù avere il coraggio di divenire santi! Questo è ciò di cui il mondo ha bisogno, più di qualunque altra cosa.

Cari amici Australiani, ancora una volta vi ringrazio per il caloroso benvenuto e mi dispongo con gioia a trascorrere questi giorni con voi e con i giovani di tutto il mondo. Dio benedica quanti siete presenti, tutti i pellegrini e gli abitanti di questo Paese. E benedica sempre e protegga il Commonwealth dell’Australia.

[01109-01.01] [Testo originale: Inglese]

 

 

 

 

 

 

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